Parole nuove dai giornali

Governo investito del raggiungimento di un obiettivo dichiarato.

• Se [...] dai negoziati che le forze politiche avvieranno [...] non dovessero emergere soluzioni precise e coerenti, come una maggioranza di salvezza nazionale o comunque la si definisca, il presidente potrebbe decidere di tentare la strada di un «governo di scopo» che traghetti il Paese fuori da questa situazione d'emergenza: questione di mesi. (Marzio Breda, Corriere della sera, 26 febbraio 2013, p. 5, Primo Piano).
• Sia il Pdl che il partito dell'attuale premier sono a favore infatti di un governo di larghe intese. Il Pd finora ha sempre respinto l'ipotesi di un governissimo, di un accordo con [Silvio] Berlusconi. Ma in molti sono convinti che non appena si certificherà il tentativo di [Pier Luigi] Bersani di un governo sostenuto anche da [Beppe] Grillo, il Pd sarà costretto a trattare per quello che viene definito «governo di scopo» o «governo del Presidente» così come sul Quirinale. (Barbara Fiammeri, Sole 24 Ore, 16 marzo 2013, p. 8, Il nuovo Parlamento).
• Quella messa in campo dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è una «soluzione inedita nella storia della formazione dei governi della nostra Repubblica» perché «inedite sono le condizioni di blocco che si sono verificate». È quanto afferma il costituzionalista Enzo Cheli che vede da questo colpo di reni quirinalizio, una rilegittimazione del governo Monti trasformato in «governo di scopo» che può spingersi «oltre l'ordinaria amministrazione». (Margherita Nanetti, Sicilia, 31 marzo 2013, p. 2, Il Fatto).
• [Matteo] Renzi, in caso di mancato accordo, ha però dalla sua la carta, più che di elezioni anticipate con l’attuale legge elettorale proporzionale (che il Capo dello Stato difficilmente concederebbe), di un governo di scopo con [Silvio] Berlusconi per adottare un nuovo sistema di voto e poi andare alle urne. E a quel punto i dissidenti del centrodestra sarebbero belli e spacciati. (Alessandro Campi, Messaggero, 17 febbraio 2014, p. 1, Prima pagina).
• L’«operazione Ugolino» -- per usare un’espressione del leader democrat -- prevede una tempistica diversa: la caduta del premier dovrebbe avvenire per mano popolare con la sconfitta referendaria, e solo dopo si tenterebbe di formare un governo di scopo per modificare la legge elettorale. (Francesco Verderami, Corriere della sera, 6 luglio 2016, p. 1, Prima pagina).